Messaggi di errore Filezilla EAI_NODATA

Tentativo di connessione non riuscito con “EAI_NODATA – Nessun indirizzo associato con il nome nodo”.

Eai-nodata

Questo è un classico messaggio di errore dato da Filezilla, e può essere causato da diversi fattori, nome utente o password sbagliati, quindi ricontrollare per essere sicuri di averli inseriti bene, oppure se ad esempio avete attivato il servizio hosting da poco non è ancora stato attivato, per essere attivo possono volerci 24/48 ore, quindi assicuratevi anche di questo, se il problema persiste allora sicuramente state inserendo delle credenziali sbagliate.

Fare soldi online

Come fare soldi online è una domanda che si pongono in moltissimi, tanto è vero che è una delle keywords con maggior numero di ricerche medie mensili, nel proprio ambito ovviamente.

Come capirete ci sono moltissimi modi per fare soldi online e moltissimi ambiti su cui poter puntare, in questo articolo però mi concentrerò solamente sulle affiliazioni, uno dei modi con cui se utilizzati a modo si riesce a guadagnare molto bene, tanto da diventare fonte di reddito principale per molte persone, lavorando da casa con il solo pc e soprattutto senza investire denaro, se non quello del sito internet nel caso ne vogliate fare uno o di eventuali sponsorizzazioni.

L’affiliazione consiste nel promuovere un prodotto o servizio di terzi, tramite il nostro sito web ad esempio, ma non solo, perchè potremmo promuovere qualsiasi cosa anche tramite ads a pagamento, quindi non è detto che si debba essere ben indicizzati per riuscire nell’impresa di fare business, quindi le parti in causa per questo tipo di attività sono generalmente tre, noi, che promuoviamo ai nostri clienti, un prodotto/servizio dell’affiliato.

affiliazioni

Ci sono vari modi per fare affiliazioni, dalle piattaforme più conoscute come Zanox , Tradedoubler, Click Bank International alle singole affiliazioni promosse dalle aziende direttamente, la cosa da tenere presente è se avete un sito dove inserire la promozione, il target della pagina o meglio del sito, per poter inserire un’affiliazione ad un terget tanto più profilato possibile e ottimizzato per una conversione migliore.

Le piattaforme hanno al loro interno una serie di aziende che a fronte di accordi,  offrono la possibilità dietro una richiesta di approvazione che può avere attese anche di mesi, di usufruire dei loro link, banner o altro, attribuendoci un codice identificativo che traccierà il visitatore, riconoscendoci una revenue stabilita a monte e standard, o un cookie.

Come dicevo prima, scegliere l’affiliazione più attinente al nostro target sarà sicuramente la nostra arma vincente, ma ce ne sono alcune che funzionano sempre a prescindere, e sono quelle del dating o adult, come saprete tira più… vabbè.

Tra le tante quella che io utilizzo di più e che a mio parere offre più soluzioni è Dating Factory, una piattaforma semplice da utilizzare ma che offre molteplici iniziative, fino alla possibilità di poter realizzare un proprio sito utilizzando la loro piattaforma e poterlo poi promuovere come una normale affiliazione, oltre a ciò forniscono diversi siti da promuovere dai più harda quelli dove promuovono amicizie, fino ad arrivare a target di incontri molto particolari, con una miriade di creatività, dal banner di tutte le dimensioni, ai moduli per la ricerca del partner, alle chat, il tutto diviso per lingua e Stato, insomma l’imbarazzo della scelta.

Una cosa da tenere presente è l’utilizzo dei cookie da parte dei Merchant, o sito al quale sei affiliato, l’utilizzo dei cookie se c’è, vi farà guadagnare anche se chi ha visitato il vostro sito, acquisterà dopo tempo sul sito dell’affiliato, proprio perchè registrato dal cookie, questa cosa capirete da soli che non è da sottovalutare, anche se non è la sola.. starà a voi capire e scegliere, magari testando insieme landing o articoli ben fatti per raggiungere il vostro obiettivo, fare soldi online.

Aggiornamenti di Google del 2014

Come tutti sapranno, Google è in continuo mutamento, ci sono moltissime persone che operano in modo tale da cercare di migliorare sempre questo particolarissimo algoritmo, avvicinandolo sempre di più alla mente umana ma sempre non tralasciando l’aspetto commerciale visto che si tratta di un’azienda, in questo articolo prenderemo in considerazione gli aggiornamenti del 2014.

  • Giugno

con l’aggiornamento di giugno scompaiono le faccine relative all’autorship, eliminando le foto degli autori dalle serp.

L’autorship era nato sempre a giugno ma del 2011, e annunciato da Cutts in uno dei suoi video dove spiegava questa novità, che però prese piede un pò di tempo dopo, nel 2012 quando si iniziò ad utilizzarla in maniera massiccia da tutta la comunità Seo e non, si parlò molto dell’utilizzo di questo tag, venne introdotta perchè si pensava che “metterci la faccia” poteva essere un motivo in più per clikkare sul risultato della ricerca, in seguito si parlò anche che sarebbe potuta diventare anche motivo di rank, scatenando il fermento nella comunità stessa.

Poi come abbiamo detto, dopo due mesi di coma, Mueller annunciò che l’autorship veniva eliminato lasciando in un primo momento solo il nome e il cognome, per poi circa due mesi più tardi eliminare anche quello, il motivo non si è ben capito, molti pensano che tale operazione attirasse fin troppi clik tanto da svantaggiare la pubblicità a pagamento, niente di più facile.

  • Luglio

Google Pigeon, è il nuovo aggiornamento di luglio, così chiamato dalla search engine land perchè, trattando dei risultati di ricerca locali, è molto simile al piccione che ritrova sempre la strada di casa.

Verso la fine del mese, iniziarono a mutare i risultati di ricerca locali, ci furono i primi personaggi che studiavano le serp che si accorsero tempestivamente che qualcosa stava cambiando, e infatti l’aggiornamento era già in atto il giorno stesso in cui venne annunciato, a differenza di quanto si pensasse che era stato lanciato solo negli Usa, il fine era quello di garantire dei risultati quanto più utili e rilevanti, vicini in tutti i sensi,  favorendo la ricerca da mobile e restituendo informazioni relative alla prossimità dalla quale si effettua la ricerca.

Anche in questo caso, analizzando i settori che l’aggiornamento ha penalizzato, sembra ci sia di mezzo sempre lo stesso fine, ossia quello di massimizzare l’introito da adwords per ovvi motivi.

  • Settembre

Con Google Panda, cambiano molte cose, è un aggiornamento molto importante che segna una svolta nei risultati di ricerca, infatti prima di questo erano nate tante situazioni che sfruttavano con contenuti approssimativi, guadagni facili da adsense, questo algoritmo era nato per penalizzare tutti quei contenuti non propriamente utili alle ricerche dell’utente, quindi vennero penalizzati tutti quei portali, aggregatori di notizie e siti di bassa qualità con contenuti duplicati, nati solo per attirare i clik e guadagnare con il minimo sforzo, senza soddisfare quindi il principio fondamentale per il quale il motore di ricerca stava lavorando, migliorare l’esperienza nella ricerca.

  • Ottobre

Penguin, altro upgrade che ha cambiato il mondo del web, tanto che l’era dei siti si differenzia tra prima e dopo Penguin, un algoritmo che viene lanciato ad intervalli regolari e che va a colpire lo spam, quindi link di bassa qualità, scambio di link, compravendita di link, mirando quindi ai profili off-page, il problema si manifesta quando si viene colpiti dalla penalizzazione, in quanto per uscirne nella maggior parte dei casi si deve attendere la riconsiderazione di Penguin che spesso può tardare anche di un anno.

Per uscirne, bisogna andare ad agire quindi sui backlinks tramite i vari tool a disposizione, come ad esempio majestic,  andando ad analizzare link per link e dove possibile chiedere l’eliminazione, mentre per il resto procedere con il disawow, altro strumento messo a disposizione sempre da Google.

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Follow o nofollow

Follow o nofollow, questo è il problema.

L’argomento è un pò controverso, in quanto Google ci fornisce a volte indicazioni contrastanti, nel caso dei link ad esempio c’è veramente molto su cui parlare, per l’importanza che hanno a livello di rank, quindi capirete che è un argomento molto delicato.

Google è sempre alla ricerca di novità, i crawler viaggiano ed esplorano alla ricerca di nuove situazioni, nuove tendenze, nuovi portali, insomma cercano tutto quello che è presente nella rete e anche quello che lo sarà, cercando di andare a scavare nei siti i vari collegamenti, ad esempio, se noi vogliamo far crescere la curiosità del motore dovremmo iniziare a parlare di qualcosa che ancora non è presente e il motore incuriosito cercherà tra i vari link presenti nei portali, di scovare questa novità, questo lo farà esplorando talvolta i link presenti, quindi per questo mettere un nofollow potrebbe essere limitativo, mentre è molto meglio un bel follow che porterà a scovare la nostra novità a Google, ampliando la sua rete di conoscenza.

Sapete poi che un link follow alla vostra pagina del sito, proveniente da un portale autorevole e magari anche tematico, vi sarà di aiuto per far capire al motore che ci siete e soprattutto che siete una fonte attendibile perchè citati da fonte autorevole, e proprio in funzione di ciò si sono scatenate una serie di situazioni a catena, tipo la compra vendita di link, siti dove poter inserire link in autonomia, guest post, digital pr, tanto da far uscire un algoritmo che andava e va proprio a caccia di queste azioni non propriamente naturali, infatti Google favorisce queste operazioni quando si trova davanti a citazioni naturali e non forzate o concordate, quindi per ovviare al problema dell’interpretazione da parte del motore di ricerca e conseguente penalizzazione, il mio consiglio è quello di mettere sempre il rel=nofollow, tranne che in casi chiaramente favorevoli e utili.

Per finire non specificare nulla significherà follow, perchè il rel=follow non esiste, oppure ci sono plugin appositi che metteranno il nofollow in tutti i link presenti sul vostro sito.

Follow o nofollow questo era il problema!!!

Aggiornamenti sui link e sull’attributo rel introdotto da Google

Come detto, vista l’importanza di tali strumenti, Big Google, ha apportato un cambiamento rispetto all’attributo rel e quindi alla provenienza dei link, in modo da essere sempre più chiari ed eliminare al massimo l’interpretazione, e quindi la possibilità di errore, tale aggiornamento si dice entrerà in vigore dal marzo 2020.

rel=sponsored

che dovrà essere usato in quei casi dove stiamo vendendo o acquistando un link

rel=ugc

che dovrà essere usato per i link introdotti dagli utenti, ad esempio sui forum, o sui commenti.

Schema.org

Schema.org è un sito che tramite un linguaggio condiviso dai principali motori di ricerca per la formattazione dei testi html, assegna significati univoci e soprattutto interpretabili dai motori di ricerca per un corretto e funzionale utilizzo a seconda delle occasioni, migliorando la visualizzazione nei risultati di ricerca.

Utilizzare quindi un markup univoco renderà più facile il lavoro dei motori che non dovranno interpretare a caso le vostre informazioni, ma saranno aiutati da questo linguaggio condiviso, il tutto per migliorare come solito l’esperienza utente, fornendo risultati quanto più vicini possibili alle aspettative, al contesto e alla cache di ricerca.

La versione non è completa infatti si stanno ancora apportando modifiche per la versione 2  che sarà quella definitiva, continuando a perfezionare tutte le viarie voci in relazione al contesto in cui vengono inserite, l’utilizzo di tale vocabolario di schema.org viene utilizzato tramite tre diverse tipologie, quella più utilizzata è il Microdata, vediamo alcuni esempi di termini che si utilizzano per completare una descrizione tematica, prendendo come esempio i dati per descrivere una persona:

  1. <Div itemscope itemtype = “http://schema.org/Person” >
  2.   <Span itemprop = “nome” > Jane Doe </ span>
  3.   <Img src = “janedoe.jpg” itemprop = “image” alt = “Foto di Jane Joe” />
  4.   <Span itemprop = “jobTitle” > Professor </ span>
  5.   <Div itemprop = “indirizzo” itemscope itemtype = “http://schema.org/PostalAddress” >
  6.     <Span itemprop = “streetAddress” >
  7.       20341 Whitworth Institute
  8.       405 N. Whitworth
  9.     </ Span>
  10.     <Span itemprop = “addressLocality” > Seattle </ span> ,
  11.     <Span itemprop = “addressRegion” > WA </ span>
  12.     <Span itemprop = “postalCode” > 98052 </ span>
  13.   </ Div>
  14.   <Span itemprop = “telephone” > (425) 123-4567 </ span>
  15.   <A href = “mailto: jane-doe@xyz.edu” itemprop = “email” >
  16.     jane-doe@xyz.edu </a>
  17.   Home page di Jane:
  18.   <A href = “http://www.janedoe.com” itemprop = “url” > janedoe.com </a>
  19.   Gli studenti laureati:
  20.   <A href = “http://www.xyz.edu/students/alicejones.html” itemprop = “collega” >
  21.     Alice Jones </a>
  22.   <A href = “http://www.xyz.edu/students/bobsmith.html” itemprop = “collega” >
  23.     Bob Smith </a>
  24. </ Div>

(esempio preso dal sito schema.org)

Con questo linguaggio, andiamo ad istruire i motori fornendo informazioni su ogni campo di dato inserito, in questo modo loro stessi, si cureranno di fornire risultati dinamici a seconda del tipo di ricerca effettuata dall’utente. Oltre a schema.org, Google ci fornisce un tool che analizza i markup del nostro sito, dove inserendo la sorgente da analizzare ci fa vedere come il nostro tema ha in automatico strutturato i dati, idem su Webmaster tool, dove sotto la voce del menù di sx, troviamo “evidenziatore di dati”, anche questo ci aiuta ad istruire il motore, dandoci la possibilità di assegnare tag ad ogni campo di dati.

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Seo On page

La parola Seo sta a significare Search Engine Optimization e si divide principalmente in due attività, Seo on page e Seo off page.

La Seo on page tratta di tutte quelle attività che noi andremo a fare sul nostro sito, mentre la Seo offpage tratta di tutte quelle azioni che andremo a fare al di fuori del nostro sito web, quest’ultima possiamo chiamarla anche attività di web marketing ma questi sono solo dettagli…

La Seo in generale comunque comprende tutte quelle azioni atte a ottimizzare il sito web per il posizionamento sui motori di ricerca, partiamo dal presupposto che fare Seo non significa fare il mago, diffidate da chiunque pubblicizzi l’attività di posizionamento sui motori tipo “posizionamento in prima pagina su Google” senza neanche prendere in considerazione una chiave ben precisa, fare Seo, significa invece, seguire le direttive nascoste che i motori di ricerca mettono in campo con i loro continui aggiornamenti, quindi ciò che oggi può essere vero domani potrà essere falso, quindi la garanzia nessuno di noi può averla, magari i più bravi potranno anticipare tra le righe le tendenze, facendosi trovare preparati nel momento in cui l’aggiornamento entra in campo, e non incorrere in penalizzazioni.

Seo On page:

  1. Partiamo dal nome del dominio che sia riconducibile al nostro brand,  che abbia il top level domain adatto, e perchè no se possibile, anche che contenga la nostra parola chiave principale
  2. Scelta dell’hosting, influente per la velocità di caricamento, fattore importante di rank, ci sono hosting condivisi o dedicati, tutto dipende da cosa vi aspettate dal vostro portale e da quale progetto avete creato, se avete un sito già online e volete vedere con chi condividete il vostro host provate con questo tool: http://www.yougetsignal.com/tools/web-sites-on-web-server/
  3. Scelta delle parole chiave magari con Ubersuggest o con lo strumento di Google trend o keyword Eye
  4. Scelta del titolo della pagina, che sia unico, focalizzato per determinate keyword, magari 1 ancora meglio, lungo max 12 parole (sono quelle che Google indicizza) che rispecchi l’argomento della pagina, che non contenga keyword stuffing.
  5. Meta descrizione della pagina, sempre univoca, che termini con un punto, naturale,  che contenga informazioni all’utente che ci cerca.
  6. Ottimizzazione delle immagini, meglio se con una Sitemap personalizzata, nominate con un nome coerente con il contesto, compreso di tag alt sempre coerente.
  7. Url Seo friendly, ci sono molti plugin tipo WordPress Seo by Yoast che ci aiutano con i permalink, la giusta impostazione comunque dovrebbe essere questa: /%category%/%postname%.php
  8. Creare una Sitemap xml, ossia l’elenco delle pagine xml di un sito web
  9. Meta tag robots, cioè colui che ha il compito di indicare ai crowler le sezioni ad esso accessibili e non indicizzabili sfruttando il protocollo Rep
  10. File robots txt, è un file di testo che viene letto da tutti i motori prima di indicizzare un sito, deve essere nomitato robots.txt e deve risiedere nella root del sito, indica cosa scaricare e non dal sito
  11. Tag h1-h2-h3 che servono ad enfatizzare testo per i motori
  12. Microdati e schema.org, i microdati sono il linguaggio ufficiale riconosciuto per schema.org come standard per il markup semantico, ossia informazioni strutturate in modo semantico che vengono date al motore di ricerca, da utilizzare soprattutto nell’ecommerce.
  13. Rel canonical, strutturare il sito in modo da non duplicare le nostre pagine
  14. Mobile Friendly, da poco fattore di rank, ossia far si che il vostro sito sia ben visibile anche da apparecchi mobili

Queste sono alcune delle regole Seo on page da seguire, se avete bisogno di altre informazioni o di mettere in pratica queste regole sul vostro sito non esitate a contattarmi.

Ecommerce

Ecommerce: in questo articolo approfondiamo questo argomento, la domanda che molti si fanno è “perchè non riesco a vendere online?”

Ci sono ormai molti temi, preimpostati alla vendita online, con ecommerce preconfigurati, dove basta inserire i prodotti, le informazioni sul pagamento e il gioco sembra fatto, ma poi sorgono le domande…

Allora vediamo perchè il nostro tasso di conversione è molto basso, o nullo, possono essere molti i fattori che determinano il successo relativo al nostro ecommerce:

  • ottimizzazione del sito, seo
  • webmarketing
  • usabilità del sito (importantissimo)
  • Ctr
  • Comunicazione sui social media
  • perchè no, concorrenza e prezzi…

Ricodiamoci sempre, soprattutto se abbiamo concorrenza sui prodotti,  che il risultato della ricerca di Google ci inserirà all’interno di una lista di siti concorrenti, a questo punto entreranno in gioco alcuni fattori principali di una buona ottimizzazione Seo.

Se il nostro risultato sarà chiaro, trasparente, pertinente, e incoraggiante, avrà sicuramente più possibilità di essere cliccato rispetto ad un altro che invece non avrà tutte queste caratteristiche, tipo url formato da numeri o variabili, descrizione inesistente o generale, titolo generico;  capiamo da soli che impostare sin dall’inizio ogni pagina in modo da rispettare tutti i vari Meta, è una fase fondamentale, per questo possiamo farci aiutare dal plugin WordPress Seo by Yoast che ci fornirà l’impostazione dell’editor in modo tale da facilitarci il lavoro con tutti i campi utili all’ottimizzazione Seo.

ecommerce

 

 

 

Dobbiamo fare molta attenzione nell’ impostare i permalink, i vari meta title, meta description e i rich snippet, magari inserendo delle stelline relative alla soddisfazione dei clienti, in modo da fornire già nella prima fase di ricerca, più informazioni possibili all’utente, invogliandolo a sceglierci tra tanti.

Poi una volta entrati, dovremmo continuare a migliorare la fiducia del cliente, con una scheda prodotto altrettanto dettagliata e soprattutto di facile interpretazione, dove andremmo a spiegare nel dettaglio tutte le informazioni relative al prodotto, con foto, meglio se ad alta risoluzione, caratteristiche tecniche, prezzo, disponibilità, immagini correlate, e meglio se abbiamo anche dei feedback di clienti soddisfatti, e indicazioni per eventuale “soddisfatti o rimborsati”.

Ovviamente questo vale per aziende medio piccole, perchè se parliamo invece di grandi brand, le caratteristiche da mettere in evidenza saranno altre, ad esempio se parliamo di Mercedes, è inutile inserire dati scontati ma magari fare leva su fattori diversi.

  • Altro parametro importante da tenere sotto controllo è la velocità di caricamento, un fattore che anche i motori di ricerca stessi utilizzano per posizionarci, quindi sarebbe buona norma utilizzare un server performante e ottimizzare il CMS, per questo possiamo utilizzare GtMetrix, il quale scansionerà la pagina mettendoci in evidenza le eventuali modifiche da apportare per avvicinarci il più possibile al raggiungimento del livello A o del 100%.
  • Eliminare il prodotto o il trasferimento di categoria, generando un errore 404, un danno sia per il cliente che per Google, questo farà perdere la fiducia e ci penalizzerà, quindi teniamolo sotto controllo, intervenendo con un redirect 301 permanente alla pagina prodotto o ad un prodotto correlato, o un redirect 302 temporaneo fino all’inserimento della disponibilità dello stesso.
  • Fidelizziamo il cliente, non dimentichiamoci di loro una volta che effettuano l’acquisto, contattandolo con una newsletter, invogliandolo a rilasciare una recensione, o magari inviando semplicemente prodotti correlati, sempre nei limiti e non essendo troppo invadenti.
  • Se abbiamo molti prodotti, avere un buon motore di ricerca interno sarà molto utile
  • Mobile friendly, avere un tema responsive oltre che essere fattore di rank, sarà molto utile perchè l’utente che ha fretta spesso acquista tramite mobile, quindi perchè farcelo scappare?
  • Fare in modo di non avere troppi passaggi per arrivare all’acquisto, soprattutto se siamo nella versione mobile, in questo modo avremmo anche due versioni separate, una mobile e una desktop, generando due sitemap separate
  • Utilizzare i pulsanti dei social network per far si che anche gli amici dei clienti vedano i nostri prodotti, inserendo o un plugin come “Share this” o i codici generati dai social stessi
  • Sfruttare al meglio le recensioni degli utenti, ancora meglio se, come dicevo prima, le rendiamo visibili anche in serp
  • Verificare e controllare quotidianamente i valori forniti da Webmaster tool soprattutto le “query di ricerca” controllando quelle con CTR più alto e confrontandole talvolta con quelle più basse per ottimizzarle, il CTR sarebbe il rapporto tra la visualizzazione e il click.
  • Idem per Analytics attivando il monitoraggio di ricerca sul sito nella sez. Amministrazione, Impostazioni di vista, abilitando con “attiva” e scrivendo “search_query” sotto sul parametro di ricerca.
  • Ottimizzare le immagini e, se il prodotto ce lo permette, inserire anche un bel video di spiegazione, dimostrando il suo funzionamento
  • Utilizzare un collegamento sicuro https, comunicandolo a Google
  • Come ultima prova, facciamo analizzare il percorso e il sito da una persona diversa, per vedere come esplora o quali saranno i problemi visti da un occhio esterno.
  • Non dimenticatevi, soprattutto se siete ben posizionati, di monitorare la negative Seo tramite i link in entrata, magari con Majestic
  • Se avete intenzione di investire in qualsiasi campagna marketing, monitorate il vostro traffico tramite Analytics, investendo solamente nelle fasce e nei giorni di maggiore traffico, o a seconda di qual’è la vostra strategia, tenete in considerazione i dati forniti.

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Anchor text

L’utilizzo degli anchor text nel modo giusto è molto importante, lo conferma anche il fatto che molti tool evidenziano grafici dedicati, a tale utilizzo nel nostro sito di riferimento.

anchor text foto

Utilizzare l’anchor text nel modo giusto risulterà molto importante in quanto i motori di ricerca hanno introdotto nei loro algoritmi un informazione secondo cui l’ancora, fornirà il tema trattato nella pagina o sito di destinazione, capirete da soli quindi che un buon uso sarà determinante, anche in relazione all’importanza del link e quindi della link building che sappiamo avere per i motori di ricerca e il successivo posizionamento nelle serp.

Cosa intendiamo quindi con la parola anchor text, un collegamento ipertestuale, situato in un contesto logico e pertinente, ad una pagina o sito che si riferisce all’argomento specifico, o in linguaggio SEO, un collegamento inserito tra gli Anchor tag.

Sarà buona norma quindi per enfatizzare le vostre parole chiave, utilizzarle anche come anchor text, rispettando SEMPRE la naturalità semantica del vostro testo, dimenticandosi così di tutte quelle pratiche che si utilizzavano tanto tempo fà con la ripetizione sfrenata dei tag e delle parole chiave all’interno del testo.

Per dare seguito a quanto appena detto, quindi all’importanza delle ancore, sconsiglio vivamente i vari “clikka qui”, o frasi generiche, che non definiscono nulla, in questo modo vi perderete delle ottime occasioni per ottimizzare il vostro testo, per intenderci è come se camminando in mezzo ad un prato trovate 100 euro e non li raccogliete…

Altro uso consigliato è quello della link building interna, ossia l’utilizzo dei link alle pagine interne al vostro sito web, sempre con l’utilizzo delle ancore esatte che corrispondono al contenuto della pagina di destinazione, in questo modo avete un duplice vantaggio, definire e spiegare bene al motore di ricerca di cosa parla il vostro sito, aumentare l’esperienza utente insieme al tempo di permanenza, tutte informazioni che i motori recepiscono per valorizzare il vostro portale.

Come inserire un ancor text all’interno di una pagina o articolo nel vostro sito web:

  • Proprio perchè è una pratica importante, hanno inserito sui comandi dell’editor di scrittura dei testi, un pulsante che si evidenzierà una volta definita la vostra ancora sulla quale inserire il collegamento ipertestuale

anchor text

 

 

Esistono delle regole da rispettare anche per quanto riguarda il loro utilizzo, regole ovvie, utilizzare sempre la stessa ancora, vorrà dire limitare il suggerimento dei contenuti del nostro sito web ai motori di ricerca, quindi tenendo presente anche questo dato importante cercate di variare il loro contenuto, inserendo i vari collegamenti ipertestuali all’interno di frasi o parole che rispecchiano gli stessi requisiti della ricerca e dell’inserimento delle keyword.

Majestic è un tool come abbiamo detto che analizza alcuni dati tra cui anche gli anchor text, mostrandoci tramite grafici a torta, le percentuali di utilizzo delle varie ancore, come vedremo tali fette sono contraddistinte da colori diversi, è buona norma, non superare mai il limite del 10% di utilizzo per un’anchor secca, soprattutto se si tratta di parola chiave, per ovviare a questo possiamo utilizzare il testo di ancoraggio, scrivendo la parola o frase stessa in diversi modi, utilizzando per fino anche la lettera maiuscola o minuscola, di seguito potrete vedere un esempio di grafico dove il colore celeste rappresenta come è giusto che sia “altro”, ossia tutte le diverse ancore utilizzate per i vari collegamenti ipertestuali.

screen shot grafico anchor text

 

 

 

 

Il 4% invece potrebbe rappresentare la vostra parola chiave principale, ovviamente non ci sono delle regole scritte da rispettare, queste teorie derivano sempre da prove e riscontri generati con vari esperimenti che nel nostro settore generano comportamenti da mettere in atto, quindi cosa significa, che questo testo per te che lo stai leggendo rappresenta il risparmio di mesi di test e di lavori, utilizzando come cavie siti internet personali, che talvolta per forza di cose vengono penalizzati.

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Ottimizzazione delle immagini

L’ottimizzazione delle immagini è una fase molto importante per l’ottimizzazione generale di un sito web, in quanto, potrebbe essere l’elemento principale della lenta velocità di caricamento con la conseguente penalizzazione da parte del motore di ricerca, quindi sapere bene come andare ad operare per questo tipo di necessità è prioritario.

Realizzare una pagina o un articolo, ricco di contenuti, magari con un video e con delle belle fotografie, è una prassi da utilizzare per migliorare l’esperienza utente.

Se operiamo nel modo giusto, avremmo diverse fotografie da caricare, quindi sapere come farlo risulterà molto importante, se non vogliamo tagliarci le gambe da soli.

Ci sono diversi metodi e diverse applicazioni che possiamo utilizzare per l’ottimizzazione delle immagini, oltre che delle regole vere e proprie dettate dai formati, ognuno dedicato al tipo di immagine, di seguito andremmo a definire le tipologie da adottare per ogni necessità:

  • GIF, se hai bisogno di un’immagine animata è l’unico formato che puoi utilizzare, pur avendo delle importanti limitazioni come quella di avere una paletta di massimo 256 colori, numero insufficiente per la maggior parte delle immagini utilizzate di solito.
  • PNG, il formato che mantiene intatte tutte le caratteristiche qualitative, ma usatelo con molta cautela in quanto non utilizza alcun algoritmo di compressione, tranne OptiPNG che un pò può aiutarvi, producendo file molto pesanti.
  • JPG, è invece il compromesso migliore tra qualità e dimensioni del file, in quanto si avvale di una combinazione di ottimizzazione tra lossy e lossless.

Ci sono poi dei nuovi formati, ma che purtroppo ancora si portano dietro delle lacune, i formati in questione sono WebP e JpgXR, la lacuna è che non sono supportati da tutti i browser, mentre come vantaggio fanno risparmiare circa il 30% del peso rispetto ad un Jpeg analogo, in questo caso dovrete produrre delle varianti di codifica, in modo da offrire il miglior prodotto al relativo browser.

Se utilizzate wordpress poi potete aiutarvi con dei plugin che faranno il loro lavoro egregiamente, uno di questi è Smush, questo ottimizzerà automaticamente ogni immagine che voi inserirete all’interno di post o pagine mentre potrete eseguire in qualsiasi momento la scansione e quindi l’ottimizzazione di quelle già esistenti.

Se invece cercate un programmino esterno che faccia il caso vostro Light Image Resizer 4, è quello che cercate.

Se avete bisogno invece dell’ottimizzazione delle immagini per il vostro portale, affidatevi ad un professionista seo, che guardando il contesto vi proporrà la soluzione più idonea.

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Testare la velocità del sito

Avere un sito veloce aiuta il ranking nelle serp, quindi vi aiuterò in questo articolo a testare la velocità del sito con i vari strumenti disponibili.

Come vi dicevo, avere un sito performante significa anche avere un sito veloce, dove l’esperienza utente non viene meno, come sappiamo la maggior parte delle persone dopo un certo numero di secondi chiude e cambia sito, quindi per questo Google ci penalizzerà se abbiamo una velocità di caricamento troppo lenta.

Possiamo avere un riscontro in questo, anche vedendo l’importanza dei vari strumenti che Google ci mette a disposizione per verificare proprio questo dato, come Page speed, un tool gratuito che ci indica le lecune del nostro portale e il modo per andarle a migliorare, lo troviamo all’interno di “altre risorse” sui “Strumenti per i Webmaster” strumento obligatorio per chi ha a che fare con i siti web, come vi dicevo, questo tool analizza i contenuti di una pagina web generando suggerimenti su come renderla più veloce, sia sotto l’aspetto mobile che desktop.

Altri strumenti simili e sempre molto interessanti sono:

WebPageTest, a mio avviso il più efficacie, restituisce un’analisi dettagliata relativa ad ogni voce presente all’interno del nostro sito, di seguito uno screenshot di come apparirà un risultato:

screenshot webpagetest

 

 

 

 

 

Potendo così cliccare su ogni voce per aprire e leggere i dettagli analizzati.

GTMetrix, un altro ottimo strumento, invece fornirà una situazione del genere, sempre molto utile e dettagliata:

screenshot GTMetrix

 

 

 

 

 

dove già a prima vista vedremo delle lettere che indicheranno subito il livello di criticità, dove la lettera A sta ad indicare un ottimo risultato, anche qui potremmo analizzare voce per voce e il relativo modo per ottimizzare il problema.

In generale andremmo ad analizzare per lo più, le dimensioni delle immagini presenti nel sito, la cache, il cms e il javascript, che sono i principali motivi per i quali il sito non sarà ottimizzato e quindi veloce.

Se hai bisogno di assistenza seo perchè il tuo sito ha problemi di caricamento…

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